Per me che gestisco un circolo arci con tre sedi sparse per il centro Italia è sempre difficile trovare il tempo per avventurarmi, magari in qualche rudere e starmene un po’ in pace con me stesso. Tranne d’estate, quando gli impegni lavorativi vanno un po’ scemando.
Proprio qualche giorno fa, stavo a pranzo a case dei miei, e prendendo in giro mia madre che da ottima cuoca qual’era in gioventù, oramai ha appeso le padelle al chiodo mi si è illuminata la lampadina. Mi sono ricordato di quando lei con mio zio avevano in gestione un ristorante ai piedi di un bosco proprio vicinissimo al centro geografico d’Italia. Mi sono ricordato che negli anni successivi in casa si parlava spesso di quanto i proprietari siano stati sciocchi a mandarlo in malora.
Era fatta, in un attimo stavo già in macchina per raggiungere quel luogo della mia adolescenza (ci ho festeggiato addirittura la mia festa di 18 anni). Arrivo con mia nipote e la mia compagna Canon. All’inizio ho un vero colpo al cuore; la dove c’era un ristorante ora c’è... la vegetazione che si sta riprendendo il suo posto. “D'altronde la natura è la vera padrona di questa nostra terra, noi siamo solo ospiti” questo è stato il primo pensiero guardando quello che avevo di fronte. Dopo un attimo di tentennamento, ho ascoltato i consigli che sul gruppo watsapp, Daniele, Debora ed Elena mi hanno dato e mi sono deciso ad entrare.
Appena varcata la porta d’ingresso un mix di ricordi si sono fatti strada dentro di me. In una stanzetta con una scrivania ribaltata, rivedo l’ufficio di mio zio, poco più in là quello che resta della cucina. L’emozione è stata immensa quando sono entrato nella grande sala della pizzeria.
Dalle finestre di legno filtrava una luce che componeva dei giochi magnifici, dei chiaroscuri che mi hanno riportato in dietro nel tempo, agli anni in cui il locale era in piena attività. Ho mostrato ogni angolo del ristorante a mia nipote che ne ha sempre sentito parlare ma che ai tempi non era ancora nata ed ogni foto scattata la condividevo sul gruppo watsapp di prospettive nascoste, cosi è stato un po’ come se fossimo insieme ad immortalare quel luogo ormai dormiente.
Gallery completa Il vuoto di un ristorante pieno di ricordi.
Stefano T.
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