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La centrale silenziosa

In un momento come questo, in cui siamo costretti tutti a casa da un nemico pressoché invisibile, è bello poter ripercorrere e raccontare le nostre avventure. Permette a me di evadere dalle mura domestiche e spero a voi lettori di vivere per qualche minuto le nostre esperienze, accompagnati dalle foto e dalle nostre parole.

Cercare nuovi posti da fotografare è sempre un’impresa. A volte si ha la fortuna di averli relativamente vicino casa altre volte naturalmente no. E se per la prima opzione riusciamo spesso ad organizzarci tutti e quattro senza non poche difficoltà, per la seconda la cosa si fa veramente difficile. Il luogo che tra poco vi faremo visitare era nella nostra lista da diversi mesi, ma essendo abbastanza lontano meritava un’escursione di un’intera giornata. E cosi che a fine gennaio, Stefano ci ricordava la lista di posti ancora da vedere (cioè più che ricordava ci bacchettava su quanta carne avessimo da mettere sul fuoco), tra cui questa bella centrale elettrica ormai dismessa. Io fresco del mio nuovo acquisto che da quasi 5 giorni rimaneva nella sacca, scalpitavo all'idea di poter uscire a fare due scatti. Due messaggi al resto della compagnia e fissiamo la data della nostra uscita. Vi ho già detto che meteorologicamente parlando siamo un po’ sfortunati nelle nostre uscite? Credo di si, e anche stavolta la mattina dell’appuntamento il cielo era praticamente nero. E le previsioni per la nostra destinazione erano ancora peggiori. Appuntamento al bar per un caffè e un briefing veloce, decidiamo comunque di partire, scongiurando di dover fare inutilmente 2 ore di macchina per poi ritrovarsi sotto il diluvio universale. In macchina la solita allegria, battute chiacchiere, sosta obbligatoria all'autogrill perché Stefano aveva fame, acquisto di taralli al vino come di mia consuetudine e in tempo quasi record raggiungiamo la nostra meta. Un’occhiata veloce dall'esterno, accendiamo le nostre amabili radio e via siamo pronti per immergerci nella nostra più grande passione, sotto un cielo cupo e grigio.



Il complesso appare ben messo a un primo sguardo. Ma appena ci si avvicina un po’ sono evidenti i segni del tempo e i danni lasciati dai vandali (ma che gusto ci trovate a spaccare tutto??), vetri rotti, sedie e altro materiale buttato qua e la. Entriamo. Ci appare da subito maestoso il grande edificio principale con la torre di raffreddamento vicino e poco lontano altri edifici a due piani tra cui magazzini e uffici. Entriamo e iniziamo a esplorare il piano terra. Mentre Stefano e Deborah stavano fotografando ogni mattonella del pianterreno, io e Elena (più frettolosi) iniziavamo a salire i vari piani, per cercare la sala comando della centrale, trovata dopo diverse rampe di scale. Per un posto del genere una sala cosi era il vero cuore. Li decine di persone saranno passate, decine di storie, difficoltà e paure legate anche alla responsabilità di governare al meglio un giocattolo del genere. Ora tutto è polveroso e solo un caschetto di sicurezza poggiato da chissà chi sui pulsanti ci ricorda il grande intelletto umano, delle sue potenzialità e della sua fragilità. Proseguiamo la visita dei vari piani e troviamo spazi comuni, di riposo, stanze di comando ma senza bottoni. Tutto quasi vuoto e devastato dalla stupidità di visitatori non rispettosi.


Proseguiamo verso le due strutture “amministrative”, due piani per qualche migliaio di metri quadrati. Si notano materiali e segni di lavori di ristrutturazione avviati e mai conclusi. Quando si visitano posti come questo, spesso appare evidente oltre che l’abbandono anche lo spreco sia di denaro che di strutture. Pensare che ci sono persone che non hanno un riparo caldo per i propri figli e poi vedere un complesso cosi oltre che abbandonato, anche quasi ristrutturato con tutti i materiali li pronti per essere usati, fa crescere una certa rabbia. Nei magazzini troviamo i segni di un utilizzo molto diverso da quello nativo: qualcuno ha pensato bene di utilizzarli come stalla, ma ormai anch'essa in disuso. Terminato il giro, iniziamo ad uscire per fare qualche foto panoramica, con un bel cielo azzurro e quasi del tutto sgombro dalle nuvole. Un pranzo veloce e subito in macchina verso casa…felici della scoperta ma ancora di più per l’aver passato una splendida giornata tutti insieme.


Daniele F


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