Una sera d'estate, di fronte a un'ottima birra, parlando tra amici, mi hanno chiesto cosa eravamo andati a fotografare quel giorno. Tra una parola e l'altra qualcuno ha detto: "perché non vai nel vecchio paese dei miei nonni? sta qui a due passi, sta cadendo in rovina e tra un po non ci sarà più nulla se non un mucchio di macerie". Non senza difficoltà abbiamo individuato il posto e la strada, con l'aiuto delle mappe di google...
Immediatamente ho condiviso la cosa con i miei compagni d'arme, ma visto il periodo un po pieno di impegni non riuscivamo a trovare qualche ora per uscire insieme. Cosi, in un caldo pomeriggio di luglio, insieme a Elena ci siamo messi in macchina. Pochi chilometri di strada asfaltata e subito la svolta verso una via sterrata che peggiorava man mano, fino ad arrivare in un tratto quasi invaso dai rovi. La macchina ci passava a malapena ma non c'era la possibilità ne di parcheggiare ne di tornare indietro.
Qualche chilometro quasi immersi nella vegetazione, ma finalmente la situazione andava migliorando e si apriva davanti a noi una vista molto suggestiva. Con le luci del tramonto che ci stavano già raggiungendo si ergeva sopra una piccola collina il profilo di un castello. Felici della vista, siamo scesi di corsa e abbiamo iniziato il nostro giro.
Da subito ci è parsa chiara la forma del paese medievale, con il castello a dominare il piccolo borgo vicino. Purtroppo poche le strutture ancora in piedi o non gravemente lesionate. Solo alcune mostravano i segni di una ristrutturazione iniziata e mai terminate. Ben visibile comunque la struttura urbana, con due corsi principali
La storia racconta che questo piccolo borgo della Sabina Romana sia di origine medievale. Dopo un lungo periodo di declino durato qualche secolo, alla quale hanno contribuito una serie di epidemie malariche, il piccolo borgo fu abbandonato agli inizi del 1900 a causa di un forte terremoto (si ipotizza dell'VIII grado della scala Mercalli) avvenuto il 24 aprile del 1901, ultimo di uno sciame sismico durato quasi 2 secoli (fonti documentano molte scosse storicamente documentate XVIII al XX secolo).
La tranquillità del posto immerso totalmente nella natura, ci ha permesso di fare una rilassante passeggiata , di coglierne qualche particolare e sopratutto di immaginare come potesse essere stata la vita poco più di un secolo fa tra le antiche pietre che stavamo calpestando.
Stava calando il buio e per noi era arrivato il momento di salutare quei sassi.
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Daniele F
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